Il giovane ha voluto celebrare il raggiungimento della maggiore età con questo gesto di solidarietà, seguendo così l’esempio della mamma: «Una scelta importante che aiuta tante persone. Sono contento di aver iniziato questo percorso»

 
Parafrasando un antico detto verrebbe da scrivere “tale madre tale figlio”. È così che potrebbe essere sintetizzata la storia che arriva da Allerona, un piccolo comune in provincia di Terni. Qui vive Francesco Ricci, un giovane che frequenta l’ultimo anno di liceo classico e che è appassionato di calcio: gioca come difensore centrale nella squadra del suo paese ed è tifoso dell’Inter. Ma la storia non è questa. O meglio, non del tutto.

Nei giorni scorsi Francesco ha compiuto 18 anni e, a differenza di tanti suoi coetanei, ha deciso di festeggiare in maniera particolare: «Ho effettuato la mia prima donazione – racconta – è stato un bel momento, un qualcosa che volevo fare da tempo, ma che per ovvie ragioni legate all’età avevo dovuto rimandare». Ma come è scaturita questa decisione? La spiegazione è semplice. Francesco vive ad Allerona insieme al papà Errico e alla mamma Sabina: propri

o lei è stata decisiva in tal senso. «Mia mamma dona da tanti anni e mi ha sempre raccontato quanto fosse importante compiere questo gesto e spiegato come funzionasse, dalla prenotazione alla raccolta effettiva. Credo sia prezioso avere un esempio accanto per avvicinarsi nella maniera più costruttiva e positiva possibile a questo mondo. In più nel nostro paese c’è la sede AVIS che è sempre molto attiva nell’organizzare iniziative rivolte a grandi e bambini e a promuovere la cultura della donazione».

La data precisa è stata quella del 15 ottobre, il suo compleanno: «Nemmeno il tempo di spegnere le candeline che sono andato al centro trasfusionale con mia madre e abbiano donato insieme. Sempre insieme – prosegue – dovremmo effettuare la donazione in occasione dei suoi 50 anni, così sarà un altro compleanno speciale all’insegna della solidarietà».

Nel frattempo Francesco, che ancora non ha deciso quale percorso di studi seguire una volta sostenuti gli esami di maturità, ha però chiara l’idea di cosa serva fare in ambito trasfusionale: «Ai miei compagni di scuola e ai miei amici in generale avevo già raccontato la mia volontà di iniziare questo cammino. Da subito ho provato a far capire loro quanto sia fondamentale farsi avanti». E come è andata? «Insomma, molti di loro sono abbastanza timorosi – conclude – però c’è tempo e ce la metterò tutta per convincerli».