La storia del 65enne di Mattinata, in provincia di Foggia, che nei giorni scorsi ha effettuato la sua ultima donazione: «Fosse per me avrei continuato. Spero di essere riuscito ad aiutare quante più persone possibili»
Come per ogni cosa nella vita, anche per la donazione esiste un inizio e una fine. Ma ad essere sinceri, lui di interrompere il suo percorso non avrebbe avuto proprio voglia. Stiamo parlando di Antonio Fischetti, 65enne di Mattinata, in provincia di Foggia, che nei giorni scorsi ha effettuato la sua 260esima e ultima donazione.
Socio da sempre della sede Avis del suo comune (rivendica con orgoglio la tessera n°33), è sposato con Angela, donatrice anche lei, e ha due figli: Biagio, quasi 38enne e già donatore, e Luigi, di due anni più piccolo. Come dice scherzando Antonio, «il mio obiettivo è quello di riuscire a convincere anche lui a fare almeno la prima donazione, poi si vedrà». A sentirlo parlare si capisce quanto sentita sia stata, fino all’ultimo, la sua “carriera”, iniziata il 12 aprile 1981: «È stata una scelta presa in totale autonomia e della quale sono sempre stato convinto, in particolare perché oltre a fare qualcosa di concreto per tante persone avevo anche la possibilità di essere costantemente monitorato e di controllare quindi il mio stato di salute».
Una predisposizione all’aiuto del prossimo che, oltre nella scelta di alternare la raccolta di sangue intero e di plasma, si riscontra anche nel lavoro di Antonio, educatore professionale, che dal 1986 è stato impegnato nella Casa Divina Provvidenza con persone diversamente abili: «Dallo sport al giardinaggio, passando per il teatro, sono state sempre molte le attività che portavamo avanti insieme – racconta – in particolare ricordo quando spesso organizzavo delle giornate fuori dall’istituto per dar loro modo di evadere un po’ dalla routine quotidiana, che fosse andare a pranzo al ristorante o visitare le navi della marina attraccate nelle vicinanze».
Ex arbitro di calcio e allenatore di pallavolo, nonché appassionato di musica (è stato percussionista per tanti anni in un gruppo), Antonio spera che il suo esempio possa servire a tanti giovani per intraprendere lo stesso cammino: «Spesso, parlando con i figli dei miei amici, cerco di spiegare a cosa serve essere donatori e perché sia importante che sempre più persone lo diventino. Per me aver raggiunto il traguardo delle 260 donazioni ha rappresentato il coronamento di una bellissima esperienza: mi auguro – conclude – nel corso di questi anni di essere riuscito ad aiutare quante più persone possibili».
E un ringraziamento speciale lo ha voluto inviare anche il presidente di Avis Comunale Mattinata, Michele Prencipe: «Antonio è da sempre una colonna portante della nostra associazione, un ruolo riconosciuto anche dal conferimento del titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Per noi è importante avere figure come la sua e spero possa servire per incrementare il numero di giovani donatori, perché nel loro coinvolgimento siamo in grande difficoltà. Quest’anno – conclude – ci stiamo attivando anche per avviare nuovi progetti, in primis per far sì che attraverso le donazioni venga sostenuta l’attività dello sportello antiviolenza del nostro territorio. Il nostro motto è “Coloriamo di rosso il futuro, diciamo no alla violenza sulle donne”».
Perché essere volontari vuol dire anche questo.
Nella foto in apertura, da sinistra: la direttrice del centro trasfusionale di Manfredonia, la dott.ssa Antonia Spagnuolo; il presidente di Avis Comunale Mattinata, Michele Prencipe; il direttore generale dell’Asl di Foggia, il dott. Antonio Nigri; Antonio Fischetti; l’on. Giandiego Gatta; l’ex presidente di Avis Regionale Basilicata ed ex consigliere Nazionale AVIS, Nicola Todisco; la presidente di FIDAS Manfredonia, Lella Ognissanti.
Fonte della testimonianza: avis nazionale